Asserita violazione di copyright da parte di Pinterest rigettata per l’operatività del safe harbour ex 512.c DMCA

Un fotografo lamenta la riproduzione illecita di sue fotografie in Pinterest (P.).

Precisamente  lamenta non il fatto che altri utenti le carichino o le appuntino o lo faccia P. (verosimilmente ci sarà licenza concordata con/imposta da P. a proprio favore); bensì il fatto che P. le proponga nei feed altrui in abbinamento ad inserzioni pubblicitarie.

P. eccepisce il safe harbour ex § 512.c DMCA.

Il distretto nord della California decide la lite con provvedimento 3 maggio 2022, Davis c. PinterestCase 4:19-cv-07650-HSG , rigettando la domanda per l’esimente predetta.

la sentenza pare corretta, alla luce del tenore delle disposizoni di legge. L’attore aveva invece eccepito la mancanza tra gli altri del requisito dello storage dei materiali altrui .

La sentenza è ineressante perchè esamina il funzionamento di P.

Dice, poi,  che manca la prova per cui P. modifichierebbe il lavoro artistico inserendovi pubblicità: infatti i due newsfeed (pins degli utenti e inserzioni pubblicitarie) sono prodotti da due distinti algoritmi, pp.19-20 e 23/4.

Non c’è violazione di copyright: To the extent that Plaintiff suggests tracking user activity through algorithms or displaying  advertising on the platform is somehow copyright infringement, he offers no support for this novel theory.5 See, e.g., Dkt. No. 176 at 7 (“The undisputed evidence is that the users never asked to be  tracked using the Variants that Pinterest created from Plaintiff’s Works . . . .”). Copyright infringement requires Plaintiff to establish that Pinterest “violate[d] at least one exclusive right granted to copyright holders under 17 U.S.C. § 106.” Perfect 10, Inc. v. Amazon.com, Inc., 508 F.3d 1146, 1159 (9th Cir. 2007). Neither tracking users’ activity nor displaying advertising near  Plaintiff’s works violates Plaintiff’s exclusive rights. But even if this did constitute infringing  activity, such conduct would still fall within § 512(c)’s protection., p. 23.

Esamina anhe il grado di dettaglio cui è tenuto l’attore nell’individuare le vioalzioni: tutte le 51 foto azionate o alcune solo, a titolo di esempio (III.A.i, p. 9)? Vecchia questione anche da noi in tema di responsabilità degli internet provider …

Infine manca pure il financial benefit, che deve essere provato relativamene alle vioalzioni specificamente azionate e non -in generale – relativametne al modello di business del convenuto  (altra vecchia questione nazionale  …). Si badi però che nel diritto usa il requisito è espressamente preevisto.

(notizia e link alla sentenza dal blog del prof. Eric Goldman)

Pinterest corresponsabile per violazione di diritto di autore?

Il Northern District della California affronta la questione del ruolo di Pinterest (P.) in possibili violazioni di copyright (decisione 9 marzo 2021, caso 19-cv-07650-HSG, Davis c. Pintereset inc.).

(non è chiara la fonte delle immagini su P.:  <<These images may be captured by Defendant’s users, or may be copied from other sources on the internet>> p. 3. Copiate da altre sources da parte di chi? da P.?).

L’attore, fotografo professionista, cita P. per correponsabilità (contributory infringement) in violazione di copyright.

Allo scopo, <<to establish a claim for contributory copyright infringement, Plaintiff “must establish that there has been direct infringement by third parties…. Once this threshold issue has been established, Plaintiff must further allege that Defendant “(1) has knowledge of another’s infringement and (2) either (a) materially contributes to or (b) induces that infringement.”>> p. 3.

La material contribution <<“[i]n the online context” requires the defendant to have “actual knowledge that specific infringing material is available using its system, and . . . simple measures [would] prevent further damage to copyrighted works, yet [the defendant] continues to provide access to infringing works.” Id. at 671 (quotation omitted). And inducement requires the defendant to “distribute[] a device with the object of promoting its use to infringe copyright, as shown by clear expression or other affirmative steps taken to foster infringement.” See id. at 672. Here, Plaintiff alleges theories of liability premised on both material contribution and inducement, and Defendant challenges both theorie>>, ivi.

Sebbene riconoscendo la debolezza della propria prova di knowledge, l’attore afferma che -almeno in quello stadio processuale- poteva bastare il  constructive knowledge and willful blindness, p. 4 .

Ma la corte esclude pure la prova di questo elemento soggettivo alleggerito, facilitato. Bisogna infatti che la sua prova riguardi lo specifico atto in violazine dedotto in casua, p. 5 .

Si tratta del passaggio più importante a fini pratici, pure per il nostro ordinamento.

Non è <conoscenza presunta>  lo scambio pregiudiziale di email con l’azienda P., dice la corte: che anzi danneggia l’attore, perchè l’azienda gli aveva chiesto informazioni di dettaglio, che lui non aveva poi inviato, ivi.

Nemmeno è willful blindness la consapevolezza della generica possibilità di materiali illeciti , dovendo anche qui riguardare materiali specifici, p. 5/6.

Infine l’attore allega che P. rimuove metadati, che che potrebbero far capire la provenienza illecita dei materiali ospitati. Ma ciò -conclude la corte- al più rappresenta una indifferenza al rischio di P. alle violazioni, non una sua consapevolezzaa di quella specificamente dedotta in lite, p. 6

Eccezione probabilmente esatta a fil di legge, ma troppo penalizzante per i titolari dei diritti lesi.

Non è menzionata la questione del safe harbour (qui del § 512 DMCA, trattandosi di copyright).

(notizia e link alla notizia tratti dal blog di Eric Goldman)

Sulla willfull blindness , pur se nel diritto dei marchi, v. ora il saggio di Andrew Ligon Fant, Reconsidering the Willful Blindness Doctrine in Contributory Trademark Infringement, 29 J. Intell. Prop. L. 318 (2022).