Banca dati informativa ed esenzione ex § 230 CDA

Una banca dati, che ospita informazioni di vario tipo sulle persone , disponibili a pagamento per i terzi, può fruire del § 230 CDA per il caso di informazioni inaccurate (violazioni penali insussistenti /errate) e in violazione del Fair Credit Reporting Act (FCRA)?

Si tratta del sito publicdata.com.

Il problema si pone perchè raccoglie ed eroga  informazioni fornitele da enti terzi: o  meglio le commercia, dato che le acquista e poi rivende (soprattutto a datori di lavoro), magari strutturate in report di comoda lettura, p. 2.

La risposta è positiva, secondo la district court dell’eastern district della Virginia , 19.05.2021, caso n. 3:20-cv-294-HEH, Henderson c. The Source of Publica DAta. : un simile commerciante di informazioni può ripararsi dietro lo scudo del safe harbour.  Anche se c’è un suo ruolo nel selezionare ed organizzare le informazioni messe on line.

Si v. il § III.B.(ove si legge che si tratta di caso nuovo nella giurisprudenza USA, p. 7).

In dettaglio, il § 230 CDA si applica a questo tipo di violazioni (pp. 8-10).

E ricorrono i requisiti posti dalla disposizione predetta:

  1. si tratta di internet service provider, p. 11/12
  2. non è content provider, perchè le info provengono da terzi, p. 13. La mera selezione non rileva, dato che il filtraggio rientra nelle attività dell’access provider (§ 230.f.4.A)
  3. la pretesa azionata tratta il convenuto come creatore di contenuti (cioè ne fa valere la responsabilità editoriale, p. 13-14)

Il punto delicato  è il secondo , relativo al ruolo svolto nella organizzazione dei materiali. Ma effettivametne la disposizione citata delinea un concetto molto ampio di <access provider>.

(Purtroppo la sentenza  reperita  è un pdf solamente grafico)